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La Famiglia e la Vita umana nel messaggio di Ghiaie

 

 


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Falso concetto di persona e di libertà


La negazione dei diritti umani, in particolare del diritto alla vita, si fonda su un falso concetto di persona e di libertà.
Secondo quelli che negano il diritto alla vita del bambino non ancora nato, del malato terminale o di altri esseri umani in difficoltà, questi esseri non sono persone umane, perché non hanno una piena o almeno incipiente autonomia e sono quindi totalmente dipendenti da altri. Si identifica la dignità personale con la capacità di parlare, di comunicare con gli altri.

Inoltre, tale negazione si fonda su un falso concetto di libertà. Questa è un grande dono del creatore. Ma quando si usa solo a proprio vantaggio, senza rispettare i diritti degli altri diventa violenza, arbitrio. La libertà per essere tale deve essere unita alla verità.

Oggi si nega anche l'esistenza della verità oggettiva, cioè esistente al di fuori di sé, fondamento della vita personale e sociale. Si prende come guida delle proprie scelte, non la verità sul bene e sul male, ma la propria opinione, il proprio interesse. Si trascurano i famosi principi morali universali: fai agli altri quello che tu vuoi che gli altri facciano a te e non fare agli altri quello che tu non vuoi che gli altri facciano a te.

Ciascuno vuole fare prevalere i propri interessi. Di fronte ad analoghi interessi degli altri, si deve cercare qualche forma di compromesso, se si vuole che nella società sia garantito il massimo di libertà possibile.

In questo modo si perde ogni riferimento ad una verità assoluta per tutti. La vita sociale cade nel relativismo, cioè in quella teoria secondo la quale, tutto si può fare, tutto si può dire, tutto è negoziabile, anche il diritto alla vita. Così il diritto alla vita è messo in discussione o negato sulla base di un voto parlamentare o della volontà di una parte, sia pure maggioritaria, della popolazione.

In questo modo la legge dello stato non è più una legge vera, giusta, perché non rispetta il diritto di ogni persona umana, che viene prima di ogni stato, che è al di fuori del gruppo di potere. Così lo stato non è più la casa comune dove tutti possono vivere secondo principi di uguaglianza, ma si trasforma in uno stato tiranno, che pretende di disporre della vita dei più deboli e indifesi, in nome di una utilità pubblica, che in realtà è l'interesse di alcuni. A proposito dell'aborto, si dice che la legge votata dal parlamento italiano, è stata confermata da un referendum popolare. Quindi, tutto è avvenuto nel rispetto della legalità.

Invece, siamo di fronte ad una apparente forma di legalità, in cui l'ideale democratico viene tradito, perché non si riconosce e si difende la dignità di ogni persona umana. In nome della legalità si commette la più grande ingiustizia, perché si discriminano le persone, dichiarando che alcune sono degne di essere difese, mentre ad altre questo diritto viene negato. Su questa base si è già iniziato quel movimento che porta alla distruzione della vera convivenza umana (cfr. Evangelium Vitae, nn. 18-20).