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La Famiglia e la Vita umana nel messaggio di Ghiaie

 

 


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La conversione del cuore


Un tale modo di concepire il destino dell'uomo implica un capovolgimento della comune mentalità umana, una conversione del cuore, che porti l'uomo stesso a mettere al primo posto la vita eterna. Capire questo è molto difficile per l'intelletto umano, il quale comunemente si ferma a considerare solo la vita terrena. L'uomo è portato a considerare la vita attuale come l'unica; non pensa ad altro e perciò vuole ricavare da questa vita il massimo di piacere, della gioia e giudica eventualmente Dio da ciò che ha e ricava da questa vita. E se ha un rapporto con Dio lo imposta su questa vita. Così tutte le preghiere, tutti i suoi desideri che manifesta a Dio sono tesi a rendere felice questa vita.

E siccome la vita è quella che si è detto prima, allora non riesce a capire che Dio lo ama, poiché la vita presente, con le sue gioie e dolori, presa da sola, non esprime chiaramente l'amore di Dio per gli uomini, o almeno non lo esprime nel senso che essi vogliono. L'uomo è come il bambino che piange quando i genitori non gli danno ciò che vuole, magari anche quello che gli può nuocere e quando i genitori lo puniscono per correggerlo ed educarlo egli pensa di non essere amato da loro. Ma chi considera la vita presente come un tutt'uno con la vita dell'aldilà, vede tutto ciò che gli capita ora alla luce dell'eternità e capisce quello che con la sola ragione non può comprendere.

Chi vive per questo mondo pensa che l'esistenza di una persona ha senso solo se questa è felice, o almeno se nella sua vita c'è una prevalenza delle gioie sui dolori. Dinanzi ai minorati fisici, psichici, agli ammalati di ogni genere, ai bambini abbandonati o seviziati dai genitori, alle vittime della violenza, ai milioni di affamati, dei senza casa, dei profughi, degli esuli, a tutti quelli che pare siano nati per soffrire, ci si domanda se la loro vita ha un senso. Chi non ha la fede, chi non si lascia illuminare da Cristo, luce vera del mondo, dice che la vita non ha senso non solo per gli infelici prima ricorda. ti, ma per tutti. Ed è questa mancanza di senso della vita che porta all'angoscia, alla nevrosi, alla disperazione, al suicidio.

La Madonna chiede ai malati che vogliono guarire, di avere più fiducia e di santificare la loro sofferenza se vogliono guadagnare il Paradiso. Chiede ai malati di non abbandonarsi né alla rassegnazione, né allo scoraggiamento, tanto meno alla disperazione, ma di partecipare attivamente al recupero della salute, lottando con tutte le loro forze contro la malattia. L'esito di questa lotta può essere vittorioso anche quando non si riesce a vincere la malattia. È già una vittoria sulla malattia il non lasciarsi dominare da essa, il reagire alle sue spinte e regressioni egocentriche e il trasformarla, vivendola con Cristo, in occasione e mezzo di crescita nella carità.

Il Papa Giovanni Paolo II parla di valore inestimabile della sofferenza. Egli dice che la sofferenza unita a quella di Cristo, è un tesoro di cui vive la Chiesa e che sostiene la fede di tutti.
La Vergine Maria chiede ai malati di avere più fede. Ripete quello che Gesù ha detto più volte nella sua vita terrena. Tuttavia Gesù non ha guarito tutti i malati. Le sue guarigioni erano segni della venuta del Regno di Dio.

Annunciavano una guarigione più radicale: la vittoria sul peccato e sulla morte attraverso la sua Pasqua. Sulla croce, Cristo ha preso su di sé tutto il peso del male e ha tolto il peccato del mondo, di cui la malattia è una conseguenza. Con la sua passione e la sua morte, Dio ha dato un senso nuovo alla sofferenza: essa può renderci più simili a lui e unirci alla sua passione redentrice. Gesù associa i malati alla sua vita spesa per tutti noi, rendendoli partecipi del suo ministero di salvezza.
Santificare la sofferenza vuol dire non rifiutare la croce e unirsi al Figlio crocifisso.

È così grande il valore della sofferenza, è un tesoro così prezioso per la salvezza del mondo, che la Vergine usa parole di condanna verso coloro che non l'accolgono con gratitudine e non la usano secondo la volontà divina.