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La Famiglia e la Vita umana nel messaggio di Ghiaie

 

 


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La dignità della persona umana


L'uomo ha espresso opinioni varie e contrarie sul suo conto. Spesso si esalta così da prendere il posto che spetta solo a Dio oppure si abbassa fino alla disperazione, cadendo nel dubbio o nell'angoscia. C'è una grande differenza se si considera l'uomo solo come un prodotto dell'evoluzione della materia, oppure una parte di Dio, come affermano le dottrine provenienti da sette e religioni orientali oggi molto diffuse, oppure se, come insegna la Bibbia, egli è una creatura di Dio.

L'uomo ci appare un enigma, un mistero. La sua struttura complessa lo rende un essere contraddittorio, perché non è né animale né spirito, ma è formato come un essere unico da entrambi questi elementi. Come corpo è sottoposto alle caratteristiche della materia, ai determinismi del mondo fisico-chimico. La stanchezza, le distonie, le disfunzioni, il deterioramento dell'organismo, rendono precaria la sua esistenza. Egli è pure spirito; in lui vi è questa realtà semplice, libera dai limiti del tempo e dello spazio, attraverso la quale può intendere e volere.

Il Concilio Vaticano II afferma: «Gli squilibri di cui soffre il mondo contemporaneo si collegano con quel più profondo squilibrio che è nel cuore dell'uomo. È proprio nel cuore dell'uomo che molti elementi si contrastano. Da una parte infatti come creatura in mille modi i suoi limiti, dall'altra si accorge d'essere senza confini nelle sue aspirazioni e chiamato ad una vita superiore.

Sollecitato da molte attrattive, è costretto sempre a sceglierne qualcuna e a rinunziare alle altre» (Gaudium et Spes, n. 10).
La presenza dello spirito pone nella persona umana un elemento che la caratterizza, che la rende grande: la libertà. In essa l'uomo afferma la padronanza dei suoi atti, la propria indipendenza di fronte alla natura, e perfino a Dio. Essa costituisce la ragione profonda del suo sviluppo spirituale, per cui entrano nel mondo valori nuovi come il pensiero, la fedeltà, il senso del dovere, la virtù, l'eroismo.

Per la libertà l'uomo diventa ciò che vuole essere. Dal giorno che nasce è una misteriosa speranza aperta a tutte le avventure.
La libertà è l'ambito in cui corpo e spirito si scontrano maggiormente. La volontà riceve dalla ragione, cioè conosce mediante la ragione, il bene da attuare ed il motivo per compierlo e quando passa alla decisione, si trova come incagliata nella pesantezza degli istinti i quali rendono arduo il suo compito. L'uomo  geloso della sua libertà, così orgoglioso della razionalità dei suoi atti, quando deve fare una scelta, nell'intrico delle passioni, delle abitudini, si scopre meno libero e spesso meno razionale di quanto credeva di essere. Davanti a molte alternative sente d'essere libero nella scelta, di poter scegliere in un modo piuttosto che in un altro, ma sente anche che raramente la risposta migliore è la più facile.

Quante volte vede il meglio, ne sente il fascino ed il valore, ma per l'incaglio degli istinti, sceglie il peggio. Nessuno può dire d'ignorare i tentennamenti di fronte al bene, la fragilità dei propositi, il desiderio del dominio, il morso dell'invidia o del rancore, la seduzione della lussuria, la lunga fatica per passare dall'egoismo all'amore come dono di sé.

È un lavoro duro, mai compiuto definitivamente. La risposta dell'uomo può essere un sì coraggioso che lo arricchisce, ma può anche essere un no irragionevole, ma comodo, che lo allontana sempre più dal bene, lo impoverisce, estenua lentamente la sua volontà e lo porta al vizio.
La ragione umana può trovare una risposta sicura, piena alla domanda: chi è l'uomo?
La luce della ragione non basta. Solo la rivelazione divina offre una tale risposta. Essa conosce l'uomo perché lo vede all'interno del piano di Dio.