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La Famiglia e la Vita umana nel messaggio di Ghiaie

 

 


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La paternità di Giuseppe


Il matrimonio con Maria è il fondamento giuridico della paternità di Giuseppe. La sua paternità passa attraverso il matrimonio con Maria, cioè attraverso la famiglia.

Gli evangelisti, pure affermando che Gesù è stato concepito per opera dello Spirito Santo e che in quel matrimonio è stata conservata la verginità, chiamano Giuseppe sposo di Maria e Maria sposa di Giuseppe. Di qui si comprende perché le generazioni sono state elencate secondo la genealogia di Giuseppe.

Il figlio di Maria è anche figlio di Giuseppe in forza del vincolo matrimoniale che li unisce.

Sant'Agostino afferma: «A motivo di quel matrimonio fedele meritarono entrambi di essere chiamati genitori di Cristo, non solo quella madre, ma anche quel suo padre, allo stesso modo che era coniuge di sua madre, entrambi per mezzo della mente, non della carne». In tale matrimonio non mancò nessuno dei requisiti che lo costituiscono. «In quei genitori - continua Sant'Agostino - si sono realizzati tutti i beni delle nozze: la prole, la fedeltà, il sacramento. Conosciamo la prole, che è lo stesso Signore Gesù; la fedeltà, perché non c'è nessun adulterio; il sacramento, perché non c'è nessun divorzio».
Analizzando la natura del matrimonio, sia Sant'Agostino che San Tommaso d'Aquino la collocano costantemente nell'indivisibile unione degli animi, nell'unione dei cuori, nel consenso, elementi che in quel matrimonio si sono manifestati in modo straordinario.

Nel momento culminante della storia della salvezza, quando Dio rivela il suo amore per l'umanità mediante il dono del Figlio, è proprio il matrimonio di Maria e Giuseppe che realizza in piena libertà il dono sponsale di sé nell'accogliere ed esprimere un tale amore.

«In questa grande impresa del rinnovamento di tutte le cose in Cristo, - afferma Paolo VI - il matrimonio, anch'esso purificato e rinnovato, diviene una realtà nuova, un sacramento della nuova Alleanza. Ed ecco che alle soglie del Nuovo Testamento, come già all'inizio dell'Antico, c'è una coppia. Ma, mentre quella di Adamo ed Eva era stata sorgente del male che ha inondato il mondo, quella di Giuseppe e di Maria costituisce il vertice, dal quale la santità si espande su tutta la terra. Il Salvatore ha iniziato l'opera della salvezza con questa unione verginale e santa, nella quale si manifesta la sua onnipotente volontà di purificare e santificare la famiglia, questo santuario dell'amore e questa culla della vita».

Quanti insegnamenti da ciò derivano oggi per la famiglia.
La famiglia riceve da Dio la missione di custodire, rivelare e comunicare l'amore di Dio per l'umanità e l'amore di Cristo per la Chiesa sua sposa. È nella santa Famiglia di Nazareth, prima chiesa domestica, che tutte le famiglie cristiane devono trovare il loro modello.

San Giuseppe mediante l'esercizio della sua paternità coopera al mistero della redenzione ed è ministro della salvezza.
Gli evangelisti sono attenti a mostrare come nella vita di Gesù nulla sia stato lasciato al caso, ma tutto si sia svolto secondo un piano divinamente prestabilito.

Maria è l'umile serva del Signore, preparata dall'eternità al compito di essere Madre di Dio; Giuseppe è colui che Dio ha scelto per provvedere all'inserimento «ordinato» del Figlio di Dio nel mondo, nel rispetto delle disposizioni divine e delle leggi umane. Tutta la vita nascosta di Gesù è affidata alla sua custodia (cfr. Redemptoris Custos, nn. 2-3; 7-8).