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La Famiglia e la Vita umana nel messaggio di Ghiaie

 

 


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La procreazione responsabile

e i metodi naturali


La Chiesa cattolica condanna la politica antinatalista mondiale, tuttavia non esalta lo spontaneismo istintivo in fatto di procreazione, né ignora le preoccupazioni inerenti all'esplosione demografica di certi territori del mondo.

La procreazione responsabile indica il modo intelligente e libero dei coniugi con il quale essi devono cooperare con Dio nella trasmissione della vita. Ci sono due modi per attuare una procreazione responsabile: fare crescere una famiglia numerosa oppure, per gravi motivi, ricorrere alla continenza temporanea e periodica, per ritardare le possibili frequenti nascite. Ma in ambedue, l'intenzione deve essere la stessa, cioè, non contrastare, ma compiere il disegno di Dio sulla propria famiglia.
Una diffusa mentalità edonistica del nostro tempo, tenta di diminuire, se non di negare, la differenza tra la continenza periodica e la contraccezione. Invece, tra esse vi è una grande differenza, sia nell'atto che viene compiuto, sia nell'intenzione dei coniugi che lo compiono. Questi sono i due elementi sui quali si giudica se un'azione è morale oppure no.

La Chiesa incoraggia la ricerca scientifica sui ritmi della fertilità. Infatti la regolazione delle nascite attraverso la continenza, esige una precisa conoscenza dei ritmi biologici della donna.
La conoscenza di tale realtà scientifica è stata provvidenziale perché si potesse arrivare ad un modo etico di risolvere il problema della regolazione della natalità.

La Chiesa non dà approvazione a nessuno dei metodi naturali.
Questi si devono insegnare nel contesto dell'intera dottrina della Chiesa. Perciò accanto all'esposizione medico-scientifica ci deve essere anche quella della dottrina morale della Chiesa sul matrimonio e la famiglia.

La stessa presentazione dei metodi non può essere ridotta solo all'esposizione di questo o di quell'altro metodo biologico, ma deve guidare a comprendere l'ideale del matrimonio cristiano e a capire che nell'atto coniugale sono inseparabili i due aspetti unitivo e procreativo.

Non si tratta di diffondere alcune tecniche per non avere figli o per averne pochi, ma di capire la sessualità umana entro il disegno divino. Questa è la ragione per cui la Chiesa si interessa a tale questione.

Educatori e docenti non solo non devono mai insegnare, ma nemmeno lasciarsi coinvolgere in programmi che presentino i metodi naturali e i metodi contraccettivi come alternativi, in un quadro d'insieme il cui punto di riferimento si concentra nella sicurezza del metodo, del suo influsso sulla salute e del modo in cui interferisce o meno con il piacere sessuale.
Non si deve dare la stessa informazione a diverse categorie di persone.

Si deve distinguere tra l'informazione generica e quella dettagliata.

In una scuola non si dovrebbe dare un insegnamento dettagliato, che rischierebbe anche di essere adoperato per fini contraccettivi.

La Chiesa con la dottrina sulla regolazione delle nascite si presenta esigente, ma è così il Vangelo e lo fa con la convinzione che l'uomo trova la felicità solo nel rispetto della legge di Dio.

Non si possono nascondere le difficoltà che devono affrontare i coniugi.

Tuttavia la Chiesa invita e incoraggia tutti perché queste siano superate senza compromettere la verità. Bisogna aiutare i coniugi a recuperare la gioia di suscitare la vita, ad essere sempre più consapevoli della loro missione di cooperatori di Dio nella trasmissione della vita, a considerare i figli come il preziosissimo dono del matrimonio, il riflesso del loro amore.