Sample menu:

La Famiglia e la Vita umana nel messaggio di Ghiaie

 

 


per scaricare il libro
completo clicca qui

 

 

La vita è amore


La Sacra Scrittura insegna che all'origine dell'uomo c'è Dio; in lui esiste, in lui vive.

Papa Giovanni XXIII

 

 

Il beato Giovanni XXIII
credeva alle apparizioni di Ghiaie.

 

L'uomo è veramente tale quando riconosce che vive per un atto d'amore di Dio e perciò decide di rispondere a questo amore. Sopprimere questo rapporto d'amore non significa solo togliere a Dio ciò che gli è dovuto, ma mutilare, andare contro la propria natura.

Creato ad immagine di Dio, l'uomo è già per questo in una particolare relazione ontologica con Dio, scritta nella profondità del suo essere. L'uomo gradatamente andò scoprendo questo suo legame con Dio, con l'aiuto della divina rivelazione.

Ma è attraverso Cristo che Dio si manifesta all'uomo, come unità nella comunione d'amore, tra le Persone divine. E ciò porta ancora di più l'uomo a comprendere che egli deve vivere non solo con gli altri, ma anche per gli altri. È quanto leggiamo nell'Esortazione apostolica «Familiaris Consortio»: «Dio ha creato l'uomo a sua immagine e somiglianza: chiamandolo all'esistenza per amore, l'ha chiamato nello stesso tempo all'amore. Dio è amore e vive in se stesso un mistero di comunione personale d'amore.

Creandola a sua immagine e continuamente conservandola nell’essere, Dio iscrive nell'umanità dell'uomo e della donna la vocazione, e quindi, la capacità e la responsabilità dell'amore e della comunione. L'amore è, pertanto, la fondamentale e nativa vocazione di ogni essere umano».

Dio è all'inizio, ma Dio è anche al termine della vita di ogni uomo e lungo l'arco della sua esistenza terrena, secondo un divino disegno che solo in Cristo si è svelato pienamente. L'uomo è chiamato a vivere non solo modellando la sua vita nella condizione corporea deve attuare un processo di divinizzazione dell'uomo fino alla pienezza di comunione di vita con Dio, come «figlio nel Figlio».

Giovanni Paolo II dice: «Così giunge al suo culmine la verità cristiana sulla vita. La dignità di questa non è legata solo alle sue origini, al suo venire da Dio, ma anche al suo fine, al suo destino di comunione con Dio nella conoscenza e nell'amore di Lui» (Evangelium Vitae, n. 38).

Se questa è la meta comune per tutti, la via da percorrere per raggiungerla è diversa per ognuno. Per ogni individuo vi è un modo diverso per attuare il disegno divino. Giovanni Paolo II è tornato più volte a parlare della unicità irripetibile di ogni uomo, come nel suo primo messaggio natalizio, del 1978: «Se noi celebriamo così solennemente la nascita di Gesù, lo facciamo per testimoniare che ogni uomo è qualcuno, unico e irripetibile. Per Lui (Dio) e di fronte a Lui, l'uomo è sempre unico e irripetibile; qualcuno eternamente ideato ed eternamente prescelto; qualcuno chiamato e denominato con il proprio nome».

Ne segue che ogni uomo ha un suo compito, una missione personale da compiere. Appunto perché personale, nessun altro può assolverla al suo posto. L'apostolo Paolo esprime questa verità, quando parla dei carismi, dei doni dati dallo Spirito Santo ad ogni cristiano, per l'edificazione del Corpo di Cristo.