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La Famiglia e la Vita umana nel messaggio di Ghiaie

 

 


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La vita è servizio


Il comandamento della carità è la legge fondamentale della perfezione umana e perciò anche della trasformazione del mondo. La legge dell'amore non è soltanto un codice, ma una vita, una forza che dà valore a tutte le opere che si compiono. Chiunque compie un servizio al fratello con cuore puro e con dedizione di sé, ama Dio.

I cristiani che vogliono vivere come tali nel mondo d'oggi, devono sapere scoprire, nei fermenti della vita culturale, nelle tensioni provocate dalla sete di giustizia dei vari popoli, nell'azione sociale di gruppi ed organizzazioni nazionali e internazionali, l'aspirazione autentica alla fraternità e su di essa costruire con gli altri un mondo nuovo. Nel Vangelo al comando di amare Dio si unisce quello di amare il prossimo, dando a quest'ultimo la medesima importanza, così che in essi è contenuto tutto l'insegnamento della legge e dei profeti (Mt 22, 40).

L'amore del prossimo, come l'amore di Dio è il fondamento della vita religiosa e morale dell'uomo. L'amore del prossimo è realtà che supera tutti i sacrifici che noi possiamo offrire a Dio (Mc 12, 33). Sebbene Gesù non neghi che il giudizio finale verta anche intorno alla pratica delle altre virtù, tuttavia secondo il testo nel quale si parla di questo giudizio, i cristiani verranno dichiarati giusti secondo la misura della misericordia e della bontà mostrate verso i poveri (cfr. Mt 25, 31-46).

Negli scritti dell'apostolo Giovanni l'amore fraterno è presentato come il comando proprio di Cristo (Gv 15, 12), come il comandamento nuovo (Gv 13, 34). I discepoli si devono amare come Cristo li ama, dando la sua vita per loro (Gv 15, 13).

La carità è un agire, come si vede nel commento fatto da Gesù al precetto di amare il prossimo, cioè nella parabola del buon samaritano.

San Paolo fa vedere la connessione tra la carità e il servizio. L'apostolo considera questa carità particolarmente in seno alle comunità cristiane. Si tratta pertanto di amore fraterno (cfr. Rm 12, 13).

Il fedele per amore si mette a servizio dei fratelli: «Fratelli, Dio vi ha chiamati alla libertà! Ma non servitevi della libertà per i vostri comodi. Anzi, lasciatevi guidare dall'amore di Dio e fatevi servi gli uni degli altri» (Gal 5, 13).

La carità fraterna si concretizza nella pratica dell'ospitalità ed è amore che previene i desideri, che non solo ci fa accogliere il prossimo nella nostra società, ma ci porta ad una comunione con lui, a prendere parte ai suoi sentimenti più intimi «Siate felici con chi è nella gioia. Piangete con chi piange» (Rm 12, 15).

Il cristiano deve essere aperto alle necessità degli altri. Tale apertura verso il prossimo non tende ad abolire la proprietà privata, ma a stabilire una certa uguaglianza nelle condizioni sociali. L'uguaglianza, con la distribuzione dei beni, è un ideale costante del cristianesimo e l'apostolo San Paolo l'ha affermato spesso, come quando dice, parlando della colletta dei fedeli dell'Asia Minore per sollevare la povertà dei cristiani palestinesi: «Questa colletta infatti non ha lo scopo di ridurre voi in miseria perché altri stiano bene: la si fa per raggiungere una certa uguaglianza. In questo momento voi siete nell'abbondanza e perciò potete recare aiuto a loro che sono nella necessità. In altro momento saranno loro, nella loro abbondanza, ad aiutare voi nelle vostre difficoltà. Così ci sarà sempre uguaglianza» (2 Cor 8, 13-14).

Il Concilio Vaticano II afferma: «Con la sua risurrezione costituito Signore, Cristo... opera ormai nel cuore degli uomini con la virtù del suo Spirito, non solo suscitando il desiderio del mondo futuro, ma per ciò stesso anche ispirando, purificando e fortificando quei generosi propositi con i quali la famiglia degli uomini cerca di rendere più umana la propria vita e di sottomettere a questo fine tutta la terra.

Ma i doni dello Spirito sono diversi: mentre chiama alcuni a dare testimonianza manifesta della dimora celeste col desiderio di essa e a mantenere viva questa testimonianza nella famiglia umana, chiama altri a consacrarsi al servizio degli uomini sulla terra, così da preparare con questo loro ministero la materia del regno celeste» (Gaudium et Spes, n. 38).

Dalla considerazione della carità che si esprime nel servizio, derivano alcune conseguenze di ordine pratico.

Nel suo modo di amare, il cristiano si lascerà guidare dal bisogno oggettivo del fratello. Per conoscerlo gli occorrerà capacità d'ascolto e comprensione delle condizioni concrete, in cui il fratello vive; per realizzarlo gli occorrerà la competenza tecnica necessaria per attuare un vero servizio.

Nell'attuale fase della società post-moderna, non si può prescindere, per aiutare concretamente l'uomo, dall’impegno per il cambiamento delle condizioni economico-sociali in cui vive e dalle quali dipende la sua esistenza. Il cristiano deve servire l'uomo nel suo vero bene, il che suppone: una visione dell'uomo derivata dall'insegnamento di Cristo; un servizio a tutto l'uomo, anima e corpo, esigenze spirituali e materiali.