Sample menu:

La Famiglia e la Vita umana nel messaggio di Ghiaie

 

 


per scaricare il libro
completo clicca qui

 

 

Ricerca scientifica

e rispetto della persona


Il Catechismo della Chiesa cattolica afferma: «Le sperimentazioni scientifiche, mediche o psicologiche, sulle persone o sui gruppi umani, possono concorrere alla guarigione dei malati e al progresso della salute pubblica» (n. 2292).
Il rispetto per la vita esige che la scienza e la tecnica siano sempre ordinate all'uomo e al suo sviluppo integrale (Evangelium Vitae n.81).

Non esiste una contrapposizione tra fede e scienza se quest'ultima segue le norme morali. Il Concilio Vaticano II dice: «La ricerca metodica di ogni disciplina, se procede in maniera veramente scientifica e secondo le norme morali, non sarà mai in reale contrasto con la fede, perché le realtà profane e le realtà della fede hanno origine dal medesimo Dio. Anzi, chi si sforza con umiltà e con perseveranza di scandagliare i segreti della realtà, anche senza avvertirlo viene come condotto dalla mano di Dio, il quale, mantenendo in esistenza tutte le cose, fa che siano quello che sono.

A questo punto, ci sia concesso di deplorare certi atteggiamenti mentali, che talvolta non mancano nemmeno tra i cristiani, derivati dal non avere sufficientemente percepito la legittima autonomia della scienza, e che, suscitando contese e controversie, trascinarono molti spiriti a tal punto da ritenere che scienza e fede si oppongano tra loro.
Se invece con l'espressione autonomia delle realtà temporali si intende che le cose create non dipendono da Dio e che l'uomo può disporne senza riferirle al Creatore, allora la falsità di tale opinione non può sfuggire a chiunque crede in Dio» (Gaudium et Spes, n.36).

Il Concilio Vaticano II aggiunge: «L'attività umana come deriva dall'uomo, così è ordinata all'uomo... Pertanto questa è la norma dell'attività umana: che secondo il disegno e la volontà di Dio essa corrisponda al vero bene dell'umanità e permetta all'uomo singolo o come membro della società di coltivare e di attuare la sua integrale vocazione» (Gaudium et Spes, n.35).

Dichiarazione valida per tutti e non solo per i cristiani, perché non si fonda sulla fede, ma sulla ragione. E' proprio in nome della dignità dell'uomo che tutto deve essere finalizzato a lui, perché nessuna realtà naturale vale quanto una persona umana.
Tuttavia non sempre basta la ragione per capire questa verità disattesa e negata da molti. Che l'uomo sia un punto di riferimento per valutare correttamente ogni attività, deriva anche dai principali misteri della religione cristiana, quali l'incarnazione, la passione, la morte e la resurrezione di Gesù.

L'enciclica Evangelium Vitae afferma: «In Gesù, Verbo della vita, viene quindi annunciata e comunicata la vita divina ed eterna. Grazie a tale annuncio e a tale dono, la vita fisica e spirituale dell'uomo, anche nella sua fase terrena, acquista pienezza di valore e di significato: la vita divina ed eterna, infatti è il fine a cui l'uomo che vive in questo mondo è orientato e chiamato. Il Vangelo della vita racchiude così quanto la stessa esperienza e ragione umana dicono circa il valore della vita, lo accoglie, lo eleva e lo porta a compimento» (n.30).

Il Catechismo della Chiesa cattolica afferma: «La ricerca scientifica di base come la ricerca applicata costituiscono una espressione significativa della signoria dell’uomo sulla creazione. La scienza e la tecnica sono preziose risorse quando vengono messe a servizio dell'uomo e ne promuovono lo sviluppo integrale a beneficio di tutti; non possono tuttavia, da sole, indicare il senso dell'esistenza e del progresso umano.

La scienza e la tecnica sono ordinate all'uomo, dal quale traggono origine e sviluppo; esse, quindi, trovano nella persona e nei suoi valori morali l'indicazione del loro fine e la coscienza dei loro limiti. E' illusorio rivendicare la neutralità morale della ricerca scientifica e delle sue applicazioni. I criteri orientativi non possono essere dedotti né dalla semplice efficacia tecnica, né dall'utilità che può derivarne per gli uni a scapito degli altri, né peggio ancora, dalle ideologie dominanti.

La scienza e la tecnica richiedono, per la loro stessa natura, il rispetto dei criteri fondamentali della moralità; devono essere al servizio della persona umana, dei suoi diritti, del suo vero bene e in conformità al progetto e alla volontà di Dio.

Le ricerche o sperimentazioni sull'essere umano non possono legittimare atti in se stessi contrari alla dignità delle persone e alla legge morale. L'eventuale consenso dei soggetti non giustifica simili atti. La sperimentazione sull'essere umano non è moralmente per la vita o l'integrità fisica e psichica dei soggetti.

La sperimentazione sugli esseri umani non è conforme alla dignità della persona se, oltre tutto, viene fatta senza il consenso esplicito del soggetto o dei suoi aventi diritto» (n.n. 2293-2295).

Dalla verità della Bibbia e dalla sua autentica interpretazione del magistero della Chiesa, deriva che ciò che è scientificamente e tecnicamente possibile non per questo è sempre moralmente lecito. L'uomo non è Dio e quindi non è arbitro della sua vita, né di quella degli altri. Questa pretesa è tanto più pericolosa quando intacca la sorgente stessa della vita, manomettendo una realtà che non conosce, proprio perché misteriosa. Il mistero che è dentro di noi e fuori di noi non impedisce né il desiderio, né la volontà di conoscerlo tutto o almeno in parte, ma ci si deve accostare guidati da somma sapienza e profonda umiltà, consapevoli dei nostri limiti.

Nella cultura ateistica dominante, che nega la creazione, lo stesso desiderio diventa diritto, norma. Vi è lo scontro tra due atteggiamenti di fronte alla realtà, non tra la fede e la scienza. Non si nega il progresso e la ricerca scientifica. Si nega all'uomo di sostituirsi a Dio, credendo di essere il padrone dell'universo. Tutto ciò è falso non solo perché contrasta con la fede, ma perché nega la realtà stessa.

La scienza e la tecnica non sono valori assoluti, sono mezzi che devono servire per l'uomo, non viceversa.