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Il pittore Giovan Battista Galizzi, di Bergamo, aveva ricevuto l'incarico dal prof. Don Luigi Cortesi, di dipingere un quadro con la Madonna, secondo le indicazioni di Adelaide Roncalli.
Il pittore sull'origine del quadro e sui suoi contatti con Adelaide scrive:
"Non appena venni a conoscenza degli avvenimenti straordinari delle Ghiaie di Bonate volli recarmi sul posto per rendermi conto personalmente dello svolgersi dei fatti. Prima di ogni cosa, mi impressionò lo spettacolo dell'enorme concorso di folla, la quale, per la presenza di parecchi ammalati mi richiamò quella che seguiva Gesù (vidi una donna alzarsi dalla barella, ma non conobbi i particolari e gli sviluppi del fatto). Non mi fu possibile per la grande ressa avvicinare sul posto l'Adelaide nel momento della visione, cosa che ottenni invece in seguito con agio, e in varie riprese, sia presso l'Istituto delle RR. Suore Orsoline a Bergamo e a Gandino, sia nel mio studio.
Questi incontri si resero necessari perché il Rev. Don Cortesi mi aveva affidato l'incarico di dipingere un quadro con la Madonna, secondo le indicazioni di Adelaide. Dal canto mio desideravo vivamente di tentare di fissare sulla tela l'immagine della Madonna, secondo la visione della bambina; così accettai con gioia l'incarico escludendo a priori l'idea di qualsiasi vantaggio personale presente o futuro.
Posso dichiarare, senza minima esitazione, che fin dal primo incontro con l'Adelaide, ebbi la netta e chiara sensazione di trovarmi di fronte a una bambina sana di mente e di corpo, sensazione che in seguito divenne sicurezza anche perché venne confermata poi pienamente dal Prof. Cazzamalli, in occasione di una visita che si fece insieme a Gandino alla bambina, in compagnia anche di Don Cortesi e della dott. Maggi di Pontida, che ci ospitò nella propria auto. Erano pure presenti alcuna Suore dell'Istituto e tutte queste persone possono confermare il giudizio favorevole dato allora dal Prof. Cazzamalli.
Fra le varie apparizioni che Adelaide veniva descrivendo (per verità assai sobriamente) io fermai la mia attenzione su una delle ultime, nella quale la Madonna appariva sola, e la scelsi a soggetto del quadro per il motivo che essendo Essa la protagonista di tutte le visioni, mi parve conveniente fissare su di Lei il mio studio; e d'altro canto presentava attributi originalissimi, che la rendevano inconfondibile con qualsiasi immagine finora rappresentata.
Adelaide seguiva il mio lavoro controllando, e suggerendo quando le pareva il caso, modifiche al bozzetto, che le presentavo a distanza di giorni ed anche di settimane: ciò nonostante non si è mai contraddetta nemmeno nei minimi particolari delle sue osservazioni, nonostante le sistematiche contestazioni del prof. Don Cortesi, sempre presente, fatte allo scopo di confonderla per saggiarne la sincerità. Solo sul particolare di una collana si mostrò un momento incerta di averla vista in questa o in altra apparizione.
A questo proposito cito alcuni particolari. Adelaide asseriva di non aver visto in questa apparizione, i capelli della Madonna; io consigliato da Don Cortesi, allo scopo di fare una prova, li dipinsi invece nel mio bozzetto. Quando, a distanza di parecchi giorni, glielo sottoposi, passando la cosa sotto silenzio, essa mi disse esplicitamente: "T'ho dicc che me i chiei ghi edie mia!" (T'ho detto che io i capelli non glieli vedevo!).
Parimenti riguardo alle stelle che asseriva di avere visto sulla corona e che io (stavolta in buona fede) avevo collocato sulle punte della stessa, rettificò subito che erano invece sulla fascia, e segnò sul bozzetto con una matita il punto preciso.
Sul particolare delle due colombe nere che la Madonna teneva fra le mani, a mia richiesta del come facesse, con tutta semplicità e senza titubanza rispose: "I a tegnia issè" (e con le sue mani ripeté il gesto mostrandomi l'atteggiamento) "e i du crapì i segnaa fò dai du dicc" (e mi mostrò fra l'indice ed il medio delle due mani). (Li teneva così, e le due testine sporgevano fra le due dita)".
Ha insistito in modo particolare sulla piega del manto della Madonna che asseriva volto alla destra di chi guarda l'immagine e che "al riaa fina a Roma" ( arrivava fino a Roma) senza però rendersi conto dell'orientamento che effettivamente rispondeva alla sua osservazione. E sostenne questo punto con vivacità contro le opposizioni di Don Cortesi che tendevano a coglierla in fallo.
Ho notato la particolarità della visione della Madonna sospesa nel vuoto, senza alcun appoggio né di alberi né di nubi o di rocce, in contrasto con le immagini che Adelaide doveva conoscere. Riguardo a tutti gli altri particolari: corona del rosario bianca, rose bianche ai piedi, fascia alla vita, del medesimo colore dell'abito, ampiezza delle maniche, ecc. essi furono da me eseguiti dietro precise indicazioni di Adelaide, la quale approvò dapprima il bozzetto e collaudò poi nel mio studio il quadro ultimato.
Riguardo al fatto della attendibilità o meno di quanto la bambina asseriva delle sue visioni, ad un'altra cosa io diedi molta importanza: per ragioni tecniche di impostazione, era per me esenziale fissare i rapporti coloristici del quadro ossia stabilire se l'immagine dovesse staccare luminosa su fondo di tono più scuro, o viceversa essere in tono più basso rispetto al fondo luminoso. A questa domanda che formulai in modo semplice per farmi intendere bene da lei, precisò che la Madonna era avvolta in uno splendore luminoso. Aveva anche precisato che la Madonna era vestita di rosso, col manto verde; cosa questa che a me creava non poco imbarazzo dal lato artistico per la difficoltà di armonizzare tra di loro questi colori.
Pensai allora di far scegliere da lei stessa da una grande scatola di pastelli di tutte le gradazioni di tinte, quelli che più si avvicinassero ai colori da lei visti. Con mia sorpresa, mentre mi sarei atteso la scelta del rosso e del verde più sgargianti, secondo il gusto popolare, scelse un rosso pallidissimo ed un verde caldo sbiadito, segnandomeli sopra un foglio di carta bianca; e questo alla presenza di Don Cortesi e di altre persone. Sul momento la cosa mi sembrò quasi una contraddizione, ma ripensandoci durante l'esecuzione del quadro, mi resi conto che il rosso e il verde, invasi dello splendore da lei visto, dovevano necessariamente presentarsi attenuati secondo i colori dei pastelli da lei scelti. Ragionamento che Adelaide non avrebbe potuto certamente fare.
Concludendo: io personalmente, dovetti venire alla convinzione che Adelaide deve aver visto veramente la Madonna ed il ripetuto contatto con questa bambina, ha sempre più confermato questa mia convinzione. Tengo anche a dichiarare che non l'ho mai avvicinata o interrogata se non in presenza di Don Cortesi e di altre persone (v. Raschi, o.c., pp. 104-107).
Don Italo Duci nel suo diario scrive: "Interessante la relazione che fa lo stesso pittore Galizzi, riferendo le descrizioni, le correzioni che faceva la piccola Adelaide. Il pittore Galizzi si è confermato sempre più nella convinzione della sincerità di Adelaide e della verità di quanto diceva delle apparizioni, persino nella scelta di alcuni colori mostrati nella sua tavolozza, per la lunghezza del manto (della Madonna, n.d.r.) di cui diceva Adelaide non si vedeva la fine, che arrivava fino a Roma.
Il pittore Galizzi, uomo di grande fede, conservò sempre grande convinzione nella verità delle apparizioni delle Ghiaie e di frequente veniva alla cappella a pregare finché le forze glielo permisero e si soffermava spesso nella casa parrocchiale.
In una udienza con Pio XII, per la illustrazione dei Vangeli o anche della Bibbia, deve aver parlato delle apparizioni di Ghiaie.