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Nell'autunno del 1945 cominciarono a circolare alcune copie fotografiche di una pagina di quaderno contenente una dichiarazione scritta e firmata da Adelaide Roncalli.
Ecco il testo:
"Non è vero che ho visto la Madonna. Ho detto una bugia, perché non ho visto niente. Non ho avuto coraggio di dire la verità ma poi ho detto tutto a don cortesi . Adesso però sono pentita di tante bugie.
Adelaide Roncalli
Bergamo-15-Settembre 1945
Avverto il lettore che il biglietto trascritto è il primo, che Adelaide ha macchiato con l'inchiostro e la macchia cadde proprio sulla parola "visto", per cui l'ha ripetuta, come si vede nella foto accanto. Don Luigi Cortesi, vista la macchia e forse qualche altra imperfezione, come la parola "cortesi" scritta con la "c" minuscola, la parola "niente" scritta con una "t" così piccola che sembra una "r", lo fece rifare.
E quindi ecco il secondo biglietto:
"Non è vero che ho visto la Madonna. Ho detto una bugia, perché non ho visto niente. Non ho avuto coraggio di dire la verità ma poi ho detto tutto a don Cortesi. Adesso però sono pentita di tante bugie.
Adelaide Roncalli
Bergamo-15-Settembre 1945
Ad un primo esame, si nota subito che quello scritto non poteva essere stato fatto da una bambina di seconda elementare. Infatti non vi si rileva nessun errore di ortografia. Tutte le virgole e i punti sono esattamente al loro posto. Un margine bianco a sinistra è rispettato accuratamente, secondo una linea verticale puramente ideale, essendo la carta rigata solo in senso orizzontale. Vi è un ritorno a capo a termine di ogni pensiero (v. D. Argentieri, o.c., p. 19).
La negazione delle apparizioni scritta da Adelaide
sotto dettatura di don L. Cortesi
Lo scritto per forma e contenuto, nonostante lo sforzo di farlo apparire semplice, mostra la mente di un adulto che sa scrivere. Nel 1989, nella edizione del libro La Vergine parla alle famiglie, scrivevo che sarebbe interessante fare esaminare da esperti di grafologia il biglietto, per conoscere in quale stato psicologico Adelaide lo scrisse. Ma non mi fu possibile non dico di rintracciare il biglietto, che spero si trovi ancora nell'archivio della Curia di Bergamo, ma nemmeno di trovarne una copia fotografica. Quello che allora non trovai, lo posso pubblicare ora, dopo oltre quattordici anni.
Allora aggiungevo: tuttavia possiamo fare un raffronto tra il testo del biglietto della ritrattazione e un altro biglietto autografo scritto da Adelaide alla fine di maggio o ai primi di giugno del 1944.
Vi si legge: "carissima Rina, Io ti ò raccomandato alla Madonna, preghe tanto, la fa guarire. Ma prega proprio di cuore. Si farà ancora suora ti porterò io bei fiori ciao un bacio Roncalli Adelaide. Saluti A Sr. Ludgarda".
Riscrivo il biglietto in modo da renderlo più intelligibile:
"Carissima Rina, io ti ho raccomandato alla Madonna, pregala tanto perché ti faccia guarire. Ma prega proprio di cuore. Ti farai ancora suora. Ti porterò io bei fiori. Ciao un bacio. Roncalli Adelaide. Saluti a suor Ludgarda". Questo biglietto fu mandato da una suora alla nipote Rina Bana di Premolo (Bergamo), accompagnato da un suo bigliettino, che reca la data del 2 giugno 1944. In esso, tra l'altro si legge:
"Carissima nipote Rina
ti mando il bigliettino, scritto proprio di suo pugno e di sua volontà, della piccola veggente. Che belle parole ispirate dalla cara Madonna, sei contenta? Dunque sii buona, prega, mangia, sta allegra, e un giorno la Madonna Celeste, esaudirà i tuoi voti. Intanto accetta ogni giorno le pene, i dolori che Gesù ti manda, come Lui accettava tutto dal Padre. Eleviamo di frequente il pensiero a quel bel Paradiso, dove saremo tutti uniti insieme per sempre con Dio. Cosa sono le nostre pene in confronto d'una eternità felice?...".
Sulla autenticità del biglietto scritto da Adelaide non vi sono dubbi. Ad un esame anche superficiale si nota che la bambina non conosce ancora i primi elementi della grammatica e dell'ortografia. Adelaide usa le lettere minuscole dove occorrono le maiuscole e viceversa; non conosce la punteggiatura; non sa andare a capo; unisce le parole tra loro, insomma mostra di non sapere scrivere. Il contrario di quanto appare nel biglietto della ritrattazione.
Certo non si può pensare che in poco più di un anno, segnato da sofferenze e da traumi psichici, Adelaide abbia potuto imparare a scrivere in modo così perfetto. Un motivo in più per dichiarare quel biglietto non suo, anche se scritto materialmente da lei, e quindi inattendibile il suo contenuto.
Aggiungo un particolare, che non è insignificante. Quando nella precedente edizione trascrivevo il biglietto, pensai tra me: sarebbe interessante sapere se questa ammalata è guarita.
Trovai la risposta nel diario di don Italo Duci, il quale scrive che già nel settembre 1944, Bana Rina si presentò a lui per testimoniare la sua guarigione.
Bana Rina ammalata di tubercolosi, nonostante le cure dei medici, peggiorava sempre di più. Iniziata, con piena fiducia, la novena alla Vergine apparsa a Ghiaie, guarì improvvisamente.