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Regina della Famiglia

Storia delle apparizioni a Ghiaie sessant'anni dopo

 




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PROBLEMI E DIFFICOLTA'


Le dimissioni di mons. A. Bramini

 

Monsignor Angelo Bramini, il 10 novembre 1947, si dimise dall'incarico ricevuto dal vescovo di Bergamo. Infatti, nella lettera inviata il 16 novembre 1947 a don Cesare Vitali, egli scrive:

"... Ora le comunico che in data 10 c.m. ho cessato di collaborare ai lavori di indagine e studio dei fatti avvenuti nella sua parrocchia nel maggio 1944. La ragione è intuitiva. Sono stato informato che è stata fatta circolare e circola la voce che anche la Difesa avrebbe dato all'ultimo il voto negativo circa l'autenticità di quei fatti. È assolutamente falso, e chi ha asserito per primo questa cosa o non conosce gli atti, o ha mentito.

La autorizzo a smentire categoricamente quella voce con chiunque. La verità è invece che la Difesa ha sostenuto, come era suo dovere, fino all'ultimo suo atto (10 novembre 1947) l'autenticità dei fatti, che non ha presenziato alle adunanze dell'8 luglio e del 13 novembre per coerenza col suo atteggiamento, che sempre per coerenza, il 10 novembre ha dichiarato "esaurito il suo mandato" per significare che non intendeva collaborare ulteriormente ai lavori in corso e in via di conclusione. Né la sua assenza personale dalle dette adunanze, né la sua ultima dichiarazione possono essere interpretate come una resa o ritirata, perché a ciascuno di questi atteggiamenti corrispondono documenti che escludono negli atti della causa qualsiasi interpretazione del genere.

Io ritengo di avere compiuto con rigida scrupolosità il mandato che mi era stato affidato, e di averlo compiuto nel modo migliore che mi è stato possibile. Di questo lei può stare pienamente tranquillo. Per ora non posso dirle di più. Ma spero che verrà il giorno nel quale potrò dirle molte altre cose.

Le manifesto tuttavia la mia fiducia che l'ultima parola possa ancora non essere stata detta. Se, come io penso, il Cielo ha parlato a Ghiaie, l'ultima parola spetta indubbiamente a Lui...".

La ragione delle dimissioni di monsignor Bramini dall'incarico ricevuto, sia dal testo della lettera, sia da quanto ho scritto, appaiono chiare. Con le sue dimissioni la causa delle apparizioni di Ghiaie perdeva l'avvocato difensore, la commissione la sua coscienza critica. Così si arrivò all'atto vescovile del 30 aprile 1948, come vedremo più avanti.