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Attingo da diverse fonti il racconto delle apparizioni ed il contenuto dei messaggi. Esistono documenti autografi e dattiloscritti, che riportano piccoli diari o raccolte di messaggi, fatti da Adelaide Roncalli, non molto tempo dopo gli eventi del 1944. Questi documenti, scritti in tempi e luoghi diversi nella tormentata vita della veggente, hanno una caratteristica provvidenziale, cioè sono uguali nel testo dei messaggi, tolta qualche variante secondaria. Suscita qualche perplessità sull'autenticità il diario che Adelaide scrisse tra il 1947 ed il 1949, quando era ospite della Signorina Galli.
La cura calligrafica ed ortografica e soprattutto le parole usate fanno pensare all'intervento della Galli o di altra persona nella stesura dello scritto. La signora Adelaide Roncalli mi ha confermato che il diario è suo, in un incontro inaspettato, avvenuto il 5 marzo 1986, in una stanza dell'Ospedale maggiore policlinico di Milano, dove era ricoverata sua sorella Caterina, Superiora Generale delle Suore Concezioniste. Riporto il dialogo che si svolse tra me e la veggente: - È suo quel diario? - E di chi è allora? Mi rispose subito la signora Adelaide Roncalli, meravigliata della mia domanda. - Mi sembra che una bambina di 10 o 12 anni non possa scrivere a quel modo; l'ha aiutata la signorina Galli? - È vero che, spostata di qua e di là come un sacco di patate, contro il mio volere e all'insaputa dei miei genitori, ho frequentato irregolarmente le scuole elementari e non potevo avere una buona conoscenza della lingua italiana.
Tuttavia, non ricordo se la signorina Galli mi abbia aiutato. Può darsi, ma il racconto è mio: sono cose che ho scritto come le ricordavo. Dovevo convenire che, se anche ci fosse stato un aiuto nella stesura del testo, senza aggiunte o manomissioni tali da alterarne la sostanza, lo scritto sarebbe ugualmente autentico. Ma è proprio così? Che il testo del diario non abbia subito mutazioni notevoli, lo si vede dal confronto con gli altri scritti della veggente, soprattutto in alcuni punti fondamentali come i messaggi, più difficili da ricordare integralmente ed i più esposti ad apporti estranei, e lo si nota dall'esame dei testi di altri autori, alcuni dei quali non favorevoli alle apparizioni. I diari e la raccolta dei messaggi scritti da Adelaide Roncalli sono preziosi, direi fondamentali, ma per la loro brevità non ci fanno conoscere tutta la storia delle apparizioni. Perciò, oltre a questi documenti, ho esaminato relazioni, testimonianze, libri di autori favorevoli e contrari, al fine non di raccontare tutto ciò che si è detto o scritto sui fatti di Ghiaie, ma solo di approfondirne qualche punto qualificante.
Tra gli scritti dei contrari, mi sono servito di due libri del prof. Don Luigi Cortesi: Storia dei fatti di Ghiaie e Il problema delle apparizioni di Ghiaie. Molte sono le difficoltà che impediscono di raggiungere il risultato di una più completa informazione. Ne elenco alcune: a Ghiaie o a Bergamo non vi è mai stato un vero centro di documentazione, per i motivi a tutti noti; sono passati sessanta anni dalle apparizioni e molti testimoni di quei fatti sono morti; non ultima in ordine d'importanza, l'impossibilità di accedere all'archivio della curia di Bergamo, in cui sono custoditi documenti di primaria importanza.
È già un fatto straordinario che abbia potuto raccogliere quei documenti riportati in questo e in altri libri scritti sulle apparizioni, senza che io li abbia richiesti, perché non ne conoscevo l'esistenza, visto che io sono giunto a Ghiaie quarant'anni dopo le apparizioni.