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Il 20 maggio, Adelaide, accompagnata dal parroco don Cesare Vitali e dalla cugina Maria, va dal vescovo di Bergamo per riferirgli il segreto della Vergine.
Maria parla al vescovo dell'annuncio dato da Adelaide di un miracolo che sarebbe venuto alla fine del primo ciclo delle apparizioni. Il vescovo nel suo diario, in data 20 maggio 1944, scrive: "La cugina è stata molto prudente. Chiede che si debba fare, se accompagnare o no la bambina stasera. Ha detto che ci sarà un miracolo domani e se non fosse sarebbe un colpo per la fede di molti. Io dico di non potermi pronunciare". (v. D. Argentieri, o.c., p. 96).
La sera è vicino ad Adelaide anche il dott. Giulio Loglio, medico condotto di Bonate Sopra (Bergamo), che da oggi sarà presente, eccetto il giorno 28, alle apparizioni, e del quale riferirò giorno per giorno, parte della sua relazione, inviata il 30 settembre 1944, al vescovo di Bergamo.
Egli scrive:
"20 maggio: Vi era già notevole folla e parecchi erano anche coloro che attendevano grazia di guarigione. Pur fra gli applausi e le invocazioni notai come la Roncalli mantenesse piena indifferenza; dopo un breve periodo di preghiera, ebbe inizio la visione. Tenne lo sguardo fisso alla cima di un albero, il viso si fece un po' cianotico ed abbondante sudorazione le scendeva dalla fronte, a tratti ammiccava gli occhi e sembrava bisbigliasse parole non udite. Con uno spillo provai a punzecchiarla leggermente sul collo e sulle mani, senza ottenere reazioni visibili; con la punta di un foglietto di carta saggiai la reazione congiuntivale: essa fu assai vivace. Leggeri pizzicotti la lasciarono indifferente. Non ho cronometrato né il polso, né la durata della visione, la fanciulla, fu subito portata via e non la potei interrogare".
Alle osservazioni del dott. Loglio, la dott.ssa Maggi aggiunge che la bambina, durante l'estasi, non avvertì né l'urlo che si alzò dalla folla dinanzi ai fenomeni celesti, né i colpi di fucile che venivano sparati per calmare questa.
Adelaide scrive:
"Come tutte le altre sere andai sulla pietra in attesa della cara Madonna. Apparve di nuovo la Sacra Famiglia e la Madonna mi disse: "Domani sarà l'ultima volta che ti parlo, poi per sette giorni ti lascio pensare bene quanto ti ho detto. Cerca di capirlo bene perché fatta più grandicella ti servirà molto se vorrai essere tutta mia. Dopo questi sette giorni ritornerò ancora quattro volte". La sua voce era tanto armoniosa e bella che per quanto io abbia cercato d'imitarla non riuscii mai.
Durante l'apparizione si videro fenomeni straordinari nel sole e nel cielo. Previtali Olimpia, di Paderno d'Adda (Como), guarì improvvisamente da una paralisi che la torturava da quattro anni. Nell'abitazione del sig. Verri, la Previtali veniva sottoposta ad un primo controllo medico dal dott. Loglio. Questi, attese le condizioni precedenti della malata rivelate dalle sue deposizioni, credette di poter concludere l'esame obiettivo, dinanzi al parroco ed all'ing. Villa allora giunti, con queste parole:
"Io non sono un cattolico fervente, ma se questo non è un miracolo, bisogna negare tutti i miracoli di tutti i santuari" (v. L. Cortesi, Storia dei fatti di Ghiaie, o.c. p. 85).