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Regina della Famiglia

Storia delle apparizioni a Ghiaie sessant'anni dopo

 




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PROBLEMI E DIFFICOLTA'


Un documento inviato al vescovo

mons. A. Bernareggi

 

Don Cesare Vitali, il 20 giugno 1945, ha mandato al vescovo un documento nel quale scrive:

"Eccellenza Ill.ma e Rev.ma, dopo avere comunicato a Vostra Eccellenza i manoscritti del canonico mons. Masoni, da lui a me inviati, penso che sia buona cosa che io pure personalmente Le manifesti i miei sentimenti ed i miei voti in merito al processo che si sta costituendo sugli avvenimenti verificatesi in questa mia parrocchia nel mese di maggio dell'anno scorso. Anche per la storia sta bene ed è giusto che nell'archivio della Curia ed in quello di questa parrocchia, resti memoria che il parroco del tempo non rimase indifferente ed inerte in cosa di tanta importanza religiosa e morale di essa. Ciò che io desidero è che si faccia piena luce in merito a tutto quello che allora avvenne, prima che l'autorità competente abbia a dare la sua decisione e pronunciare il suo giudizio.

Per prima cosa però mi dispiace di dovermi dolere che si vada dicendo che nel verbale fatto dal delegato della Autorità Diocesana circa le deposizioni dell'Adelaide e di altre persone, si sono riscontrate molte contraddizioni, forse più di una trentina. È ciò vero? E se è vero, riguardano esse la sostanza delle cose o le accidentalità? Perché anche a Fatima ciò si verificò nelle relazioni di Lucia. È questo un punto assai importante, atteso anche che trattasi di una fanciulla settenne. Sono relative le contraddizioni a quanto disse l'Adelaide durante le visioni, ovvero fuori di esse, quando essa parlava per suo conto anche se in relazione alle visioni avute?

Mi dispiace che Mons. Merati in un gruppo di persone distinte, interpellato da una di esse sulle cose delle Ghiaie abbia risposto nulla esservi di serio e provato. Il parroco poi di Presezzo continua la diffusione del suo scritto in proposito e mi consta che ne fece avere una copia ampliata e più diffusa, alla signora del conte Roncalli di Chignolo d'Isola, signora molto distinta, romana di Roma e di molta influenza colà. E perché tutto questo?

Ciò premesso, ad informare in merito di quanto sopra V. Ecc., ora passo a dire quello che io desidero e chiedo che si faccia.

Poiché sui fatti delle manifestazioni all'Adelaide e sui fenomeni della luce solare avvenuti nei giorni stessi non vi può essere contestazione e Mons. Masoni già ha fatto rilevare il valore dimostrativo delle circostanze che li hanno accompagnati, io vorrei e chiedo cose che mi sembrano della massima importanza, e cioè:

1. Che si facciano formali e giuridiche domande a quelle persone che Mons. Masoni disse nel suo scritto avere a lui personalmente dichiarato di avere esse pure visto la Beata Vergine nelle manifestazioni delle Ghiaie. Quelle due persone potranno indicare anche altre persone che abbiano avuta la stessa visione e sarà ritengo opportuno che anche ad esse si facciano le stesse domande.

2. Che si assumano precise e sicure informazioni su alcune almeno delle più importanti guarigioni di persone ammalate avvenute in quelle circostanze qui alle Ghiaie per verificare se in esse si avverano almeno quattro delle condizioni indicate da Monsignor Masoni nel suo scritto e richieste dal dottor Cordiglia, perché una guarigione possa ritenersi avvenuta per forze superiori alla natura. Le quattro condizioni indicate da Mons. Masoni e alle quali mi richiamo sono quelle di cui esso parla a pag. 5 dello stampatello (litografia) sotto la lettera B. Corre voce che siano così importanti quelli di una suora dell'Istituto Palazzolo e di una donna di Bottanuco; pure importante è quello di Sala Anna di Mandello Lario, venuta qui il 13 c.a. a ringraziare la Madonna per essere stata guarita all'istante qui il 31 maggio 1944. Era ammalata da due anni per una caduta con la rottura del cranio, paralizzata alla parte sinistra e con crisi cardiache. Il dottor Cazzamalli di Como che l'ha curata ne possiede le prove. Così quella di Monza guarita di spondilite, il 28 maggio; quello di Varese del cancro e certa Martinoli Italia di Magenta, per tacere di tanti altri casi che sono a conoscenza del prof. Don Cortesi, sui quali tutti dovrebbero farsi le debite indagini dalla autorità competente in forma giuridica.

3. Nelle apparizioni o visioni l'Adelaide disse di avere visto parecchie volte con la Madonna il Bambino Gesù e S. Giuseppe. Non le pare Ecc. che questa sia quasi la continuazione dell'ultima apparizione di Fatima? E che dati i momenti sia un monito del cielo alla moderna società sconvolta da una guerra, che non ha confronti, alle anime e ai corpi, che se il mondo vuole redimersi sia necessario che le famiglie perno della società debbano modellarsi sugli esempi della famiglia di Nazareth? Sua S. Pio XII nelle allocuzioni agli sposi novelli ed in altre circostanze manifestò non una volta sola il desiderio della riforma della famiglia cristiana per il ritorno del mondo ad una vita migliore e sempre additò come modello la S. Famiglia. Questo mio pensiero è condiviso da persone serie del clero e del laicato.

4. Oltre le guarigioni finche, non sono forse più importanti le guarigioni morali, cioè le conversioni spirituali avvenute? So che V. Ecc. possiede le dichiarazioni (fra le altre) di quel bolscevico ateo del quale ebbe a scrivere a V. Ecc. un padre somasco rettore della chiesa del Santo Crocifisso in Como, confermata da altri due suoi confratelli, avvenuta qui alle Ghiaie, il 31 maggio 1944. E in questa mia chiesa successero fatti che hanno fatto sussultare di gioia parecchi cuori sacerdotali impegnati nel ministero delle confessioni. Pure da Ponte, da Curno, da Lodi e da altri luoghi furono segnalati casi di individui che da 18, 20, 30 anni non si erano confessati e si confessarono per aver assistito a quello che era successo alle Ghiaie.

5. Se le preghiere raccomandate dal S. Padre, da V. Ecc. e dal clero durante il periodo della guerra e fatte dai buoni cristiani alla nostra cara Madre Maria S.S. valsero a .scongiurare la guerra alla Alta Italia e alla nostra Bergamo il pericolo dei bombardamenti, penso che questo sia avvenuto anche ed in modo particolare per le preghiere e penitenze che si sono fatte in questa mia parrocchia, specialmente sul luogo delle cosiddette apparizioni. Solamente chi è vissuto sul luogo ha potuto avere una prova di milioni di persone qui accorse, incuranti dei disagi, dei viaggi lunghissimi sotto le intemperie del caldo, del freddo e dei pericoli della guerra.

6. Riferendomi poi a tutto il complesso di quanto avvenne qui, nei mesi di maggio, giugno e luglio, senza alcuna chiamata o reclame e più limitatamente è continuato fino a questi giorni, e chi è venuto non con spirito di critica, ma per vedere che cosa succedeva con oggettività, ha osservato, si deve dire, o che è opera di Dio o del demonio. Che sia opera del demonio è impossibile, perché il demonio non avrebbe permesso tanto bene, cioè preghiere, penitenze, confessioni, guarigioni ecc. Dunque si deve concludere che è opera di Dio, che il Signore ha voluto così onorare sua Madre Maria SS.

Da ultimo osservo che l'Ecc.mo cardinale arcivescovo di Milano, che in quei giorni del 1944 si trovò molte volte nelle parrocchie della Brianza, con atti pubblici si manifestò convinto della verità delle apparizioni della B.V. alle Ghiaie, e ciò ritengo non abbia fatto per leggerezza.

Osservo anche che V. Ecc. persuaso della natura delle cose avvenute, dispose per l'acquisto del terreno dove permise la costruzione di un rifugio per i pellegrini nel luogo dove si dice sia apparsa la Madonna, adatto alla preghiera.

Ecco Eccellenza, quanto in coscienza per dovere e per l'amore che porto alla Madonna, ho creduto bene scriverle, protestando come ho sempre fatto, di non venire meno a quanto Vostra Eccellenza vorrà decidere in merito. Intanto continuerò a pregare e a far pregare perché tutto si avveri per l'onore di Dio".