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Le tredici apparizioni

Nona apparizione domenica 21 maggio 1944

(dal Diario di Adelaide Roncalli)


«Anche questa apparizione fu preceduta dai colombi e nel punto luminoso si manifestò la Sacra Famiglia, vestita come ieri, in mezzo a una chiesa.

Verso la porta principale c'era: un asino color grigiastro, una pecora bianca, un cane dal pelo bianco con macchie marrone, un cavallo del solito color marrone. Tutte le quattro bestie erano inginocchiate e muovevano la bocca come se pregassero.

Ad un tratto il cavallo si alzò e passando vicino alle spalle della Madonna uscì dalla porta aperta e s'incamminò sull'unica strada che conduceva ad un campo di gigli, ma non fece a tempo a calpestarne quanti voleva perché San Giuseppe lo seguì e lo riprese.  Il cavallo appena vide San Giuseppe cercò di nascondersi vicino al muricciolo che serviva da cinta al campo dei gigli, qui si lasciò prendere con docilità e accompagnato da San Giuseppe ritornò in Chiesa ove si inginocchiò e riprese la preghiera.
Adelaide in estasi durante l'apparizione Quel giorno spiegai questo fatto solo col dire che il cavallo era una persona cattiva che voleva distruggere i buoni. Ora pur semplicemente posso spiegare meglio i sentimenti prodotti in me da quella visione. Nel cavallo vidi una persona superba e cattiva avida di dominio, la quale abbandonata la preghiera voleva distruggere i gigli di quel magnifico campo, calpestando e distruggendo di nascosto la loro freschezza e il semplice candore. Da notare che mentre il cavallo faceva strage in quel campo manifestava un senso di malizia perché cercava di non essere visto.


Quando il cavallo vide San Giuseppe muoversi per rintracciarlo abbandonò il furtivo danno e cercò di nascondersi vicino al muricciolo di cinta del campo. San Giuseppe avvicinatoglisi lo guardò con dolce sguardo di rimprovero lo condusse nella casa di preghiera. Mentre il cavallo faceva il danno gli altri animali non interruppero la preghiera.


I quattro animali rappresentano quattro virtù indispensabili per formare una santa famiglia. Il cavallo capo che non deve abbandonare la preghiera perché lontano da essa è capace solo di disordine e rovina. Ripudia la pazienza la fedeltà la mitezza e il silenzio familiare raffigurate nelle simboliche bestie. In questa visione nessuno parlò e lentamente tutto scomparve.


N.B. Le macchie particolari del pelo del cane sono figure della fedeltà familiare tanto corrotta. La porta aperta del tempio è figura della libertà che Dio dona ad ogni creatura».

 

Preghiere della nona apparizione